L’Impresa e la sua cultura

Non sono una persona abituata a fare cultura manageriale, ma in uno scenario economico, sociale ed emotivo come quello attuale, in cui si manifestano molti interrogativi circa il futuro, ritengo opportuno fare delle riflessioni circa la necessità che hanno le Imprese di rivedere i propri modelli imprenditoriali e di pensarne di nuovi. 

Definire la cultura

Non è cosa facile riuscire a definire in maniera precisa ed esaustiva cosa “cultura d’Impresa” significhi veramente. Per quanto mi riguarda, ritengo che si debbano considerare i seguenti aspetti per poi definire la propria cultura aziendale (non esiste un modello di cultura d’Impresa sempre valido ed applicabile in ogni contesto):

  • comportamenti dell’Agenzia e dello Staff;
  • norme e valori lavorativi condivisi dal gruppo di lavoro;
  • filosofia di gestione strategica da parte della proprietà;
  • regole del “gioco” a cui attenersi nel lavoro e nelle difficoltà;
  • sensazione o atmosfera vissuta al suo interno.

Osservare

I punti sopra esposti obbligano a guardare “dentro” l’Agenzia e non “fuori”. Significa analizzare la propria Azienda, studiarne la storia, il contesto produttivo, il territorio d’azione e la propria vocazione. 

Uno schema di massima

La cultura in 5 fasi

Fase 1:

in questo frangente vanno definiti i valori e l’etica dell’attività d’Impresa. Va costruita la visione futura e il suo valore nel contesto economico e competitivo in cui si posiziona. Va condiviso il sistema lavorativo e le attività connesse ai ruoli operativi nell’Impresa stessa.

Fase 2:

è il momento di elaborare la pianificazione strategica e di marketing. Di dotarsi delle competenze necessarie alle attività stabilite in pianificazione. Vanno definiti gli strumenti di governo e controllo dell’attività d’Impresa oltre alle verifiche periodiche degli andamenti economico/finanziari.

Fase 3:

si rende necessario, a questo punto, modificare il modello distributivo per generare metodi organizzativi e di mentalità dello Staff. Va valutato l’impatto sulle attività produttive, sul marketing, sulle attività organizzative e sul sistema Impresa /fornitori/clienti.

Fase 4:

si deve costruire una serie di indicatori di prestazione e di identificazione delle principali problematiche a cui si potrebbe andare incontro. Si identificano le possibili azioni in relazione alle principali problematiche evidenziate in base alla loro rilevanza (impatto negativo alto, medio o basso).

Fase 5:

adesso tocca alla Direzione d’Agenzia. Il Leader deve ispirare una visione condivisa attraverso la sua profonda conoscenza degli obiettivi, delle aspirazioni e dei valori. Il Leader rende gli altri capaci di agire attraverso il suo modello di comportamento, che presta attenzione e rispetto ai valori di fondo propri ed altrui. Il Leader sfida i processi di cambiamento attraverso competenze specifiche che devono affiancarsi al coraggio di agire sfidando gli eventi. Il Leader dimostra le azioni ai collaboratori attraverso il potenziamento delle capacità personali e degli altri, dando spazio alle iniziative. Infine, il Leader crea relazione attraverso la comprensione delle frustrazioni che possono derivare dal “lavorare insieme”.

Tutto questo significa cambio di mentalità e necessità di nuove politiche culturali per le Imprese, e di nuove “parole chiave” da sviluppare.

Possiamo quindi affermare che oggi la Cultura d’Impresa assume le valenze di un saper fare per competere, più che di un saper sfruttare al meglio il retaggio che viene dalla tradizione.

 

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