Ognuno di noi ha delle debolezze, e un Dirigente non fa eccezione.
Liberarsi dalle debolezze significa, spesso, liberarsi da modelli di comportamento che impediscono di avvicinarsi alle qualità necessarie per guidare un’Azienda.
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura …
Come liberarsi dalle debolezze? Creando un percorso lungo il quale costruire il governo della propria efficacia lavorativa.
Il Dirigente “superbo”:
è innamorato dello status, di una superiorità, vera o presunta, che vorrebbe vedere riconosciuta dagli altri. Egli deve rifuggere lo status come leva di guida dell’organizzazione.
Il Dirigente “invidioso”:
è portato a giustificare tutti i suoi insuccessi tramite alibi e scuse che imputa, di solito, verso l’alto. Egli deve porre la sua attenzione sulla responsabilità e la consapevolezza verso i risultati aziendali come bene comune.
Il Dirigente “iroso”:
è un’esplosione incontenibile di comportamenti che viene scatenata quando perde il controllo e l’uso della razionalità. Egli deve gestire gli elementi di razionalità e controllo dell’emotività, se non funzionali agli scopi aziendali.
Il Dirigente “accidioso”:
è condannato ad un polveroso, gialliccio e stantio destino di romitaggio per mancanza di visione strategica. Egli deve motivare gli altri, perseverare ed assumersi il rischio delle decisioni con lucidità, fornendo prospettive ai coordinati.
Il Dirigente “avaro”:
gode del possesso esclusivo del proprio potere ed è poco propenso ai riconoscimenti verso gli altri. Egli deve agire considerando che siamo nell’epoca del “non potere” come elemento di guida e non considerare il suo ruolo come lo scrigno pieno di scudi d’oro di Arpagone ne “L’avaro” di Molière.
Il Dirigente “goloso”:
ragiona in direzione di un appagamento immediato per mezzo di qualche cosa di materiale che provoca compiacimento (un bonus?). Egli deve delegare maggiormente e concentrare l’attenzione su obiettivi specifici e non sulle “tante cose da fare”.
Il Dirigente “lussurioso“:
è portato a concentrarsi solo su alcuni aspetti dell’Organizzazione che diventano il polo della guida. E’ focalizzato sull’individualità e nega “l’interezza” limitando il confronto. Egli devemettersi in gioco in prima persona, accettare il confronto costruttivo “andando oltre” la patina superficiale.