Esperti, veri o presunti, che in questi eventi con un non so che di mistico, predicono il futuro, ti motivano con frasi del tipo “siamo una squadra” o “dobbiamo porci obiettivi sfidanti”. Hai mai sentito “il futuro è nostro” o “il cliente è al centro delle nostre attività”? Questi esperti, spesso considerati dei Guru, assomigliano più a dei GRAN PARA … GURU.
Parliamoci chiaro
Si sarà capito, non sopporto i PARA … GURU. Quelli che, molto spesso, parlano senza aver mai provato sulla loro pelle il senso di quello che dicono. Ma sanno cosa significa lavorare in squadra? Conoscono, ad esempio, le frustrazioni che si vivono lavorando a stretto contatto con altre persone? Probabilmente sanno solo fingere molto bene (a tal proposito clicca qui) di avere buoni rapporti con tutti, ma sotto sotto ammazzerebbero il collega di turno.
L’evento motivazionale: il primo relatore
E allora eccoci qui, seduti in platea, con i posti assegnati ad attendere la Star di turno (che ovviamente arriva in ritardo neanche fosse Mick Jagger). Il novello Mick inizia: “Ringrazio (mettete un ruolo aziendale a piacimento) …. per l’opportunità che mi ha dato di parlare bla bla bla. Inoltre ringrazio l’ufficio marketing per la splendida iniziativa che ha prodotto risultati straordinari. Senza di loro non saremmo riusciti a raggiungere gli obiettivi. Ringrazio Tizio, ringrazio Caio, … e adesso passo la parola a ….” Ma perchè mi hai invitato? Ringraziatevi fra di voi e lasciatemi fuori da tutto ciò.
Adesso tocca al secondo
Il compagno di merende di Mick Jagger inizia alla grande: “Ringrazio l’ufficio prodotti per aver realizzato una polizza che ha portato a risultati straordinari. Senza di loro non saremmo riusciti a raggiungere gli obiettivi. Ringrazio Tizio, ringrazio Caio, … e adesso passo la parola a .…”
Il terzo
Il compagno di merende del compagno di merende di Mick Jagger intona la sua litania di ringraziamenti che porta allo sfinimento la platea. Quando il pubblico (spesso anche pagante le spese di trasferta!) è molto provato e le sue capacità di ascolto sono ai minimi storici, piazza il colpo da maestro: “approfitto per informarvi che, siccome siamo in ritardo, se qualcuno ha domande farò del mio meglio (quindi non sarà in grado di farlo) durante il buffet”. GRANDE MOSSA!
Quindi, siamo all’ultimo, ma non meno importante, relatore
La Star tra le Star attacca il suo pippone: “vi saluto con alcune considerazioni molto importanti. Vi ricordo che siamo una squadra, che vinciamo o perdiamo tutti insieme (manca solo che dica che la palla è rotonda!). La situazione del mercato ci impone di porci obiettivi sfidanti come non mai, ma che sono sicuro riusciremo a raggiungere come abbiamo sempre fatto. A tal proposito ringrazio (e riparte il sermone dei ringraziamenti). Signori, il futuro è nostro se sapremo rispondere a queste sfide senza mai dimenticarci che il cliente è al centro delle nostre attività”.
E allora ….
… se è così, ed è così, io alle Convention non vado più a queste condizioni. O si parla di cose operative, di azioni, di benefici, di occasioni di lavoro, oppure non vado più. Non ho più voglia di sentire sermoni, pipponi e litanie su cose che non mi interessano ma che servono solo ad autoincensarsi. L’autocelebrazione non fa per me, io ho bisogno di cose concrete, di fatti e non di fuffa.
I 4 motivi:
- non mi interessano le autocelebrazioni
- non mi interessano le ovvietà
- non mi interessano le relazioni (detto networking) basate sulla fuffa
- non mi interessano le foto ricordo con il presunto Mick Jagger
3 pensieri su “4 motivi per non partecipare alle Convention”
Grande Emanuele!
Verità in tutto…..Non c’ è nulla da Biasimare…..!!!!
La verità prima di tutto ….